Pneumologia e fisiopatologia respiratoria: un binomio sicuramente inscindibile, ma con una storia spesso travagliata.
Per anni la fisiopatologia respiratoria è stata appannaggio di pochi eletti, esperti della materia, unici “accreditati” a leggere nei complicati report le soluzioni ai quesiti clinici. Il risultato è che si è ben radicato il convincimento che di tutto ciò che la fisiopatologia può offrire, ben poco serva alla pratica clinica.
All’estremo opposto c’è chi ha fatto dell’esame spirometrico un semplicistico “soffiare dentro il tubo”, che si esaurisce nel giro di pochi minuti e che può essere affidato a chicchessia.
A tutti è ormai palese che i risultati migliori si ottengono da una stretta compenetrazione tra clinica e fisiopatologia, in cui la tecnica strumentale deve sempre porsi al servizio della clinica ma nel contempo mai essere svilita da interpretazioni ed esecuzioni in cui la presunta semplificazione maschera solo l’ignoranza.
La progressiva standardizzazione delle tecnologie e della esecuzione/lettura degli esami ha aperto la strada ad una maggiore comprensione dei test di funzionalità respiratoria da parte di chi svolge essenzialmente attività clinica. Le recenti linee guida per l’esecuzione dei test di funzionalità respiratoria, che per la prima volta vedono convergere gli standard della European Respiratory Society e della American Thoracic Society, sono un passo importante in tal senso.
Scopo del corso è rivedere le tre fasi essenziali dei test di funzionalità respiratoria – conoscenza dello strumento, esecuzione dell’esame e relativa interpretazione clinica – alla luce delle linee guida ERS - ATS. La costruzione di un linguaggio comune di “fisiopatologia respiratoria clinica” permetterà di elevare lo standard qualitativo delle indagini, e nel contempo renderle maggiormente utili alla pratica clinica.
I posti sono limitati a 9 partecipanti
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