La comprensione del ruolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL) nel determinare il rischio di malattia aterosclerotica cardiovascolare e la disponibilità di terapie in grado di agire su livelli elevati di LDL, hanno profondamente trasformato le strategie terapeutiche-preventive negli ultimi 30 anni in ambito cardiovascolare. La ricerca clinica, ha portato infatti allo sviluppo di strategie efficaci nel controllo del colesterolo LDL e del rischio cardiovascolare non solo con l’uso di farmaci, ma anche con terapie nutraceutiche molto avanzate. Nel loro insieme queste evidenze hanno contribuito a definire la riduzione del colesterolo LDL come uno dei caposaldi della prevenzione e della terapia delle malattie cardiovascolari. A dispetto comunque di queste evidenze, secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, solo il 25% degli uomini ipercolesterolemici e il 18% delle donne ipercolesterolemiche raggiungono gli obiettivi terapeutici ottimali. Inoltre molti soggetti, seppur consapevoli di essere portatori di questo fattore di rischio, non sono in trattamento per il timore di possibili effetti collaterali dei farmaci ipolipemizzanti. Infine, va sottolineato che il rischio residuo di eventi vascolari in soggetti già colpiti da sindrome coronarica acuta, nei quali non si sia raggiunto un controllo ottimale del colesterolo LDL, rimane marcato. Il presente incontro, quindi, si pone l’obiettivo di analizzare in modo critico le strategia terapeutiche attualmente a nostra disposizione per il controllo dell’ipercolesterolemia sia in prevenzione primaria, sia in prevenzione secondaria.
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