L’emicrania costituisce uno dei disturbi più frequenti nella pratica clinica quotidiana del medico di Medicina Generale e del medico ospedaliero. Gli studi epidemiologici hanno evidenziato come la prevalenza di tale cefalea nella popolazione generale sia superiore al 10% e come sia significativamente maggiore nel sesso femminile, con una ratio donne/uomini di 2,5/1. Nei paesi occidentali la prevalenza dell’emicrania nel sesso femminile è compresa tra il 15% ed il 20%. Tale cefalea primaria provoca inoltre nei pazienti affetti una notevole disabilità ed un marcato deterioramento della qualità di vita. Secondo uno studio pubblicato nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità su tutte le patologie che possono causare disabilità, l’emicrania è stata collocata al 19° posto nella popolazione generale e addirittura al 12° posto nelle donne. Appare pertanto opportuno e di estremo interesse focalizzare l’interesse sui rapporti tra cefalea e donna, per dare risposte precise e basate sulle evidenze a tutti gli operatori sanitari interessati ad un approfondimento e ad un aggiornamento su tale problematica. A tale fine risulta necessario il coinvolgimento di tre figure professionali, che gestiscono pressoché quotidianamente le pazienti affette da cefalea: il neurologo, il ginecologo ed il medico di Medicina Generale. Il neurologo focalizza la propria attenzione in particolare per porre una corretta diagnosi, dopo un adeguato inquadramento diagnostico-differenziale e per stabilire il trattamento più opportuno, seguendo le linee guida terapeutiche più aggiornate. Devono essere approfondite le peculiarità cliniche e fisiopatologiche che distinguono l’emicrania catameniale dall’emicrania senza aura, anche allo scopo di determinare la terapia, sia preventiva che sintomatica, più efficace e specifica per tale sottotipo di cefalea. Il neurologo inoltre deve gestire il disturbo emicranico nelle diverse fasi della vita riproduttiva femminile; è noto che tale cefalea presenta in genere notevoli variazioni nella donna nel corso degli anni, presentando in genere una remissione durante la gravidanza ed un persistente miglioramento clinico dopo la menopausa. Il neurologo infine deve enfatizzare e discutere le più recenti acquisizioni epidemiologiche e fisiopatologiche, che indicano un aumento del rischio di ictus cerebrale ischemico nelle donne di età inferiore a 45 anni, affette da emicrania con aura, fumatrici ed in trattamento estro-progestinico. Il ginecologo deve necessariamente cooperare con il neurologo per la gestione ottimale delle donne emicraniche. Se il neurologo fornisce gli strumenti operativi per porre la diagnosi e stabilire la terapia, il ginecologo focalizza la propria attenzione sugli aspetti peculiari del ciclo riproduttivo femminile, fornendo al neurologo e al medico di Medicina Generale le basi endocrinologiche per comprendere con maggiore precisione alcuni aspetti della complessa fisiopatologia dell’emicrania. Sia il medico di Medicina Generale che il neurologo necessitano di continui aggiornamenti, che solo il ginecologo può fornire, circa le basi farmacologiche e il razionale della terapia estro-progestinica e della terapia ormonale sostitutiva, che spesso vengono prescritte alle donne emicraniche rispettivamente in età fertile ed in menopausa, con conseguenze cliniche che possono anche notevolmente differire nelle singole pazienti. Il medico di Medicina Generale gestisce quotidianamente pazienti cefalalgiche e donne in trattamento ormonale e uno dei suoi imprescindibili ruoli è quello di stabilire quali pazienti possano essere gestite ambulatoriamente e quali invece necessitino di una valutazione specialistica o anche dell’ospedalizzazione ed a tale fine è auspicabile la sua più stretta collaborazione con il neurologo ed il ginecologo. A logica e razionale conclusione del convegno “Cefalea e donna – dati acquisiti e controversie” segue una tavola rotonda che coinvolge le tre suddette figure professionali per fornire risposte all’uditorio e discutere con i partecipanti sulle tre problematiche di più frequente riscontro nella gestione delle pazienti emicraniche: 1) l’impiego degli estro-progestinici nelle donne emicraniche in età fertile, 2) il trattamento dell’emicrania in gravidanza e 3) l’impiego della terapia ormonale sostituiva nelle donne emicraniche in menopausa.
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