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Riabilitazione. Da ultima spiaggia a primo approdo. |
data evento: |
24 ottobre 2013 |
sede evento: |
Teatro del Cinema, Parrocchia SS. Giacomo e Cristoforo
Robegano di Salzano (VE) |
responsabile: |
Dott.ssa Anna Urbani, Direttore Dipartimento di Salute Mentale, ULSS 13 Dolo Mirano |
collaborazioni: |
Astra Zeneca, Lundbeck, Otsuka |
segreteria scientifica: |
Dr.ssa Anna Urbani, Dr.ssa Francesca Sbraccia, Dipartimento di Salute Mentale, ULSS 13 Dolo Mirano
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categorie interessate: |
Medici in Psichiatria; Educatore; Infermiere; Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica; Psicologo |
quota di partecipazione: |
euro 40,00 iva inclusa |
ECM: |
Sono stati assegnati n. 4,5 crediti formativi ECM |
razionale: |
La riabilitazione è nata con il processo di deistituzionalizzazione e con la necessità di reinserire i pazienti in ambito familiare e sociale.
Oggi dispone di un suo corpus teorico e metodologico, tende a distinguere le attività risocializzanti da quelle più propriamente terapeutico-riabilitative. Sono stati sviluppati e validati interventi prevalentemente, ma non solo, ad indirizzo cognitivo-comportamentale, non ultima la psicoeducazione per pazienti e familiari che favorisce consapevolezza, partecipazione ed empowerment. In base a necessità e tempistiche diversificate si utilizzano proposte residenziali e/o semiresidenziali ( che meglio sarebbe chiamare intensive e/o semiintensive).
Rappresenta l'ambito operativo e di ricerca della psichiatria nel quale si sono verificati negli ultimi venti anni le trasformazioni culturali più rilevanti e significative. In particolare, soprattutto negli ultimi anni, si è sottolineato il fatto che lo scopo fondamentale della riabilitazione psichiatrica non è la semplice eliminazione dei sintomi e l’evitamento delle ricadute. Il concetto di Recovery ha sostituito quello di guarigione e il trattamento è volto a promuovere lo sviluppo di capacità che migliorino la qualità della vita. L’utilizzo di farmaci di nuova generazione favorisce la compliance del paziente, consente un migliore funzionamento sociale e diminuisce il rischio di ricadute. Un minore deterioramento cognitivo facilita l’esito positivo degli interventi terapeutici riabilitativi.
Possiamo fare un passo in più:
Utilizzare le “competenze” riabilitative nel loro complesso per un intervento precoce ed evitare cronicizzazioni ambulatoriali che rischiano spesso di istituzionalizzare i pazienti nella gabbia di reiterate “visite di controllo” . Oggi non possiamo più accettare di fare della riabilitazione l’ultima spiaggia di pazienti cronicizzati ma deve diventare il primo approdo di tutti gli esordi perché non si parli di strutture riabilitative ma di unità di terapia intensiva.
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