|
|
|
|
  |
|
|
|
Il diabete dell'anziano nell'anziano |
data evento: |
13 giugno 2013 |
sede evento: |
Aula Magna, Cittadella Socio Sanitaria, ULSS 18
Rovigo |
responsabile: |
Dr. Stefano Romagnoli; Direttore U.O.C. di Assistenza Primaria, ULSS 18 Rovigo Dr. Francesco Mollo, Dirigente Medico U.O. di Malattie Metaboliche, ULSS 18 Rovigo |
collaborazioni: |
Akkadeas, Artsana, BBraun, Boehringer-Ingelheim, Eli-Lilly, Novartis, Nutricia, Promed |
segreteria scientifica: |
Dr. Stefano Romagnoli; Direttore U.O.C. di Assistenza Primaria, ULSS 18 Rovigo Dr. Francesco Mollo, Dirigente Medico U.O. di Malattie Metaboliche, ULSS 18 Rovigo
|
categorie interessate: |
Medico in Endocrinologia, Geriatria, Diabetologia, Medicina Generale, Medicina Interna, Nefrologia, Scienza dell’alimentazione e dietetica, Pronto Soccorso.
br>Infermiere Dietista |
quota di partecipazione: |
Gratuito |
ECM: |
Sono stati assegnati n. 5,3 crediti formativi ECM |
razionale: |
Il diabete mellito è una patologia molto frequente nell'anziano con percentuali di prevalenza che possono essere anche superiori al 20% in persone ultrasettantenni. Negli Annali AMD i pazienti affetti da diabete mellito con età > a 65 anni rappresentano ben oltre la metà dei pazienti assistiti dai Centri Diabetologici Italiani.
In Italia viene definita “anziana” la persona di età compresa tra 65 e 75 anni, “vecchia” quella con un'età superiore a 75 anni e fino a 85 anni, grande vecchio è la persona con più di 85 anni. Il termine “Anziano con diabete mellito” è, quindi, un termine generico che sottintende una grande varietà di situazioni.
La malattia diabetica può essere di nuova insorgenza in età senile ( anziani divenuti diabetici ) oppure può essere stata diagnosticata molti anni prima ( diabetici “invecchiati”) possono essere presenti o meno complicanze micro e macrovascolari; possono coesistere comorbidità o disabilità che condizionano diverse aspettative di vita; il contesto culturale, economico e sociale del paziente, non da meno, può influenzare in maniera significativa gli obiettivi e la strategia terapeutica.
E' esperienza comune osservare come nel paziente anziano si riscontrino esigenze specifiche, caratteristiche peculiari, per cui le raccomandazioni e le indicazioni proposte per soggetti di altra età possono non essere qui del tutto appropriate.
E' nota, ad esempio, la fragilità tra molti di questi pazienti, che si collega a specifiche modificazioni fisiopatologiche dell'organismo, che condizionano i percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA).
Nell'anziano diabetico esistono aspetti clinici tipici che meritano la massima attenzione da parte del diabetologo: alterazioni cognitive (deterioramento cognitivo, Alzheimer) depressione, problemi nutrizionali (inappetenza, difficoltà della masticazione, diminuzione del potere economico, solitudine, malnutrizione, ecc.) inattività fisica, disabilità (determinata da neuropatia, arteriopatia, vasculopatia, compromissione del visus, patologia cardio-cerebro-vascolare, frequenti cadute).
Il rischio di ipoglicemia associato all'uso degli ipoglicemizzanti e/o all'insulina aumenta con l'età. Le sulfoniluree comportano nel paziente anziano un rischio elevato di ipoglicemia.
Alla luce di queste considerazioni il paziente anziano con diabete mellito dovrebbe, in prima istanza, ricevere una valutazione multidimensionale geriatrica, intesa nella sua accezione più ampia, che valuti: salute fisica, stato cognitivo, stato psico-emozionale, stato funzionale, condizione socio-economica, ambiente di vita.
Devono essere personalizzati: i goals terapeutici indicati per le altre età vanno qui adattati alla singola persona. Non devono riguardare il singolo valore di un solo parametro (nel caso, livelli soglia di glicemia a digiuno o post prandiale, di HbA1C), bensì riferirsi all'obiettivo del raggiungimento della miglior qualità di vita possibile (valutata pragmaticamente), sia nel tempo attuale che nel breve e più lungo termine.
In particolare, è decisivo chiedersi quale sia l'impatto dei provvedimenti prescritti, la concreta possibilità/probabilità che questi siano seguiti, quale la capacità di autogestione della malattia (da parte del paziente) o di etero-gestione (da parte del care giver). E' essenziale avere un quadro preciso del bilancio benefici/rischi delle decisioni assunte.
|
|
|
|
|
|
|
© 2008, De Prato
Congressi | p.IVA 03731170274 |
|
|
|
|
|
|
|
|