A configurare l’attuale atteggiamento nei confronti della terapia antipertensiva hanno contribuito le evidenze cliniche che, nel corso degli anni, hanno dimostrato quali e quanti siano i benefici determinati dall’abbassamento dei valori di pressione.
Questi infatti nel lungo termine, e soprattutto nei pazienti ad elevato profilo di rischio cardiovascolare, si traducono in benefici rilevanti in termini di prevenzione degli eventi.
Un aspetto che le linee guida enfatizzano è quello della necessità di un approccio più aggressivo nel paziente che presenta uno o più fattori di rischio associati, per il quale è suggerito un target pressorio più basso (=130/80 mmHg), obiettivo che viene raggiunto con maggiori probabilità quando il trattamento prevede l’associazione di farmaci.
Scopo dell’incontro è fornire ai discenti le ultime novità in tema di gestione del paziente iperteso ad alto rischio, anche illustrando i risultati di alcuni studi clinici recentemente conclusi.
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