Solo alcuni anni orsono sembrava un dato acquisito che i disturbi cognitivi non facessero parte del quadro sindromico della malattia di Parkinson. Negli ultimi anni l’attenzione degli esperti si è invece focalizzata sullo studio del versante cognitivo-comportamentale, grazie anche all’elaborazione di strumenti diagnostici estremamente sensibili, che permettono di evidenziare la presenza di disturbi cognitivi ancorquando essi non vengano riferiti dal paziente, poiché ininfluenti sullo svolgimento della vita quotidiana.
Sull’argomento restano però molti interrogativi aperti: di qui l’esigenza di organizzare un evento scientifico, che, avvalendosi della partecipazione di esperti nel campo della malattia di Parkinson e della demenza, vuole essere una occasione per riflettere su quale sia la rilevanza del disturbo cognitivo nella malattia di Parkinson, in termini di frequenza , di impatto sulla vita del paziente e di ripercussioni sull’impostazione terapeutica.
La sessione mattutina si pone come obbiettivo quello di definire quale sia il confine tra disturbo cognitivo e demenza, e di puntualizzare i criteri della diagnosi differenziale tra malattia di Parkinson e sindromi parkinsoniane associate a demenza , come il Parkinson dementia complex, la malattia da corpi di Lewy, e le taupatie. Le tematiche trattate, oltre ad avere una grande rilevanza speculativa , offrendo interessanti spunti per riflessioni sull’etiopatogenesi della patologia, forniscono gli strumenti per una corretta definizione nosologica della sindromi parkinsoniane
Nel corso della sessione pomeridiana la discussione sarà dedicata ad approfondire quali sono le implicazioni della presenza del disturbo cognitivo sulla prognosi e sull’impostazione della terapia, dall’orientamento nella scelta delle strategie famacologiche o chirurgiche per il trattamento dei disturbi motori, all’introduzione di farmaci specifici, atti a migliorare le performance cognitive ed arginare i disturbi psichiatrici e comportamentali.
Numero chiuso di 40 partecipanti
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